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In questo approfondimento vi diremo come funzionano le cartelle esattoriali 2024 e tutto quello che c’è da sapere in merito (scopri le ultime notizie su bonus, Rdc e assegno unico, su Invalidità e Legge 104, sui mutui, sul fisco, sulle offerte di lavoro e i concorsi attivi. Leggile gratis su WhatsApp, Telegram e Facebook).

Cartelle esattoriale 2024: come cambierà?

Introdotta la nuova IRPEF, per il governo Meloni è già tempo di pensare al prossimo step, che riguarda la riscossione dei crediti, con un nuovo approccio, più “umano” come spiegato dal viceministro Leo.

Ci si baserà su un rapporto di fiducia con il contribuente, attraverso sanzioni più basse e la possibilità di rateizzare il debito.

Vogliamo ripensare al meccanismo nel suo complesso, rendendolo più semplice, più accessibile, venendo incontro ai contribuenti onesti, che hanno difficoltà finanziarie”, ha dichiarato Leo ai microfoni de Il Messaggero.

In questo modo, il governo Meloni intende evitare l’accumulo di tasse non riscosse, considerato che il deficit ammonta a 1185 miliardi di euro, una cifra esagerata, che rischia di mettere in ginocchio le casse dello Stato.

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Cartelle esattoriale 2024: cos’è l’adempimento collaborativo?

Credo che si debba intervenire sulla collaborazione e la semplificazione delle cartelle esattoriali, partendo da un’idea di fisco che interviene prima e non dopo. Ed è quello che stiamo facendo, mettendo a punto provvedimenti come l’adempimento collaborativo”, prosegue Leo nella sua intervista.

Per adempimento collaborativo, istituito con il decreto legislativo numero 128 del 5 agosto 2015, si intende l’applicazione di un rapporto di fiducia tra l’amministrazione e il contribuente, mirato ad aumentare il livello di certezza sulle questioni fiscali rilevanti, attraverso un colloquio costante e preventivo con il contribuente, finalizzata a una comune valutazione delle situazioni suscettibili di generare rischi fiscali.

L’istituto dell’adempimento collaborativo prevede l’adesione volontaria del contribuente in possesso di requisiti soggettivi e oggettivi, previsti dall’articolo 7 del decreto legislativo numero 128 del 2015, al punto 2 del  Provvedimento dell’Agenzia del 14 aprile 2016 – pdf e DM del 31 gennaio 2022).

Il regime è riservato (come si legge sul sito dell’Agenzia delle Entrate):

  • per gli anni 2022, 2023 e 2024, ai soggetti residenti e non residenti (con stabile organizzazione in Italia) che realizzano un volume di affari o di ricavi non inferiore a 1 miliardo di euro. La nuova soglia di ingresso è stata così ulteriormente abbassata dal DM del 31 gennaio 2022.
  • ai soggetti residenti e non residenti (con stabile organizzazione in Italia) che realizzano un volume di affari o di ricavi non inferiore a un miliardo di euro e che abbiano presentato istanza di adesione al Progetto pilota sul Regime di Adempimento Collaborativo;
  • le imprese che intendono dare esecuzione alla risposta dell’Agenzia delle Entrate, fornita a seguito di istanza di interpello sui nuovi investimenti (all’art. 2 del decreto legislativo 14 settembre 2015, n. 147) indipendentemente dal volume di affari o di ricavi;
  • ai soggetti che fanno parte del Gruppo IVA di imprese già ammesse al regime (d.l. n 119/2018), indipendentemente dal volume di affari o di ricavi.

Un altro dei sei provvedimenti enunciati da Leo nell’intervista è il concordato preventivo biennale, “attualmente all’esame del Parlamento”, ha spiegato il viceministro.

Cartelle esattoriale 2024: come cambieranno gli atti di riscossione?

Come cambieranno gli atti di riscossione? Leo ha risposto che uno dei punti centrali della riforma delle cartelle esattoriali riguarda il discarico, ovvero la restituzione dopo 5 anni, all’ente impositore, delle cartelle inesigibili da parte dell’Agenzia delle Entrate-Riscossione.

A quel punto, l’ente impositore potrà valutare se avviare una nuova verifica e rimandare la richiesta di recupero del credito all’Agenzia delle Entrate-Riscossione, aggiungendo altre informazioni utili per arrivare all’estinzione del debito.

Così facendo, “la riscossione potrà concentrarsi maggiormente sui crediti che sono esigibili, ha proseguito Leo, che ha pure anticipato che si ricorrerà sempre più frequentemente agli strumenti digitali a disposizione, per un fisco che sfrutti “al massimo la tecnologia esistente senza mai diventare invasivo”.

Cartelle esattoriale 2024: la rateizzazione del debito

Per quanto riguarda la rateizzazione del debito, il viceministro Leo ha spiegato che “è sicuramente una cosa positiva semplificare e rendere strutturale la rateizzazione fino a 120 rate, anche se va tenuto conto di vari fattori.

Lo Stato vuole venire incontro al contribuente, ma soltanto “quando ci si trova davanti a soggetti che non possono pagare. Il Fisco deve avere un volto umano, ma anche essere inflessibile con i furbetti”.

Cartelle esattoriale 2024: le sanzioni

Infine, sulle sanzioni, il viceministro Leo ha parlato di “sistema sanzionatorio sproporzionato”, tirando in ballo anche il parere della Corte Costituzionale, che ha mosso rilievi in tal senso.

In materia di IVA ci sono sanzioni che vanno dal 120 al 240%, bisogna scendere al massimo al 60%, come nella media europea”, ha detto Leo.

Allo stesso tempo, il viceministro ha pure affermato che andranno inasprite le sanzioni accessorie “per chi ha posto in essere un comportamento fraudolento nei confronti dello Stato”.

Cartelle esattoriali 2024
Cartelle esattoriali 2024: in foto un uomo sommerso dai debiti e una mano che lo tira fuori.

Faq sulle cartelle esattoriali

Cosa sono le cartelle esattoriali?

Le cartelle esattoriali sono una sorta di sollecito di pagamento, inviati a chi non ha pagato i propri debiti con lo Stato, gli enti pubblici, le Regioni, le Province, i Comuni. Sono quindi una sorta di “ultimo avvertimento” a corrispondere gli importi ivi indicati entro massimo 60 giorni dalla notifica della cartella.

Quando viene emessa una cartella esattoriale

Una cartella esattoriale viene emessa per la riscossione coattiva dei tributi locali il relativo titolo esecutivo (cartella o ingiunzione) deve essere notificato al contribuente, a pena di decadenza, entro il 31 dicembre del terzo anno successivo a quello in cui l’accertamento è divenuto definitivo.

Per quali debiti vengono emesse le cartelle esattoriali?

Ne consegue che le cartelle esattoriali vengono emesse unicamente per debiti relativi a impostetassecontributi (previdenziali dovuti all’INPS o assistenziali dovuti all’INAIL), sanzioni amministrative (ad esempio, le multe stradali) e sanzioni penali.

Chi emette le cartelle esattoriali?

Per i crediti dello Stato (si pensi all’IVA, l’IRPEF, i contributi INPS e INAIL), l’Agente per la Riscossione è Agenzia Entrate Riscossione. Invece, per i crediti degli enti locali ossia Comuni, Province, Regioni (si pensi all’Imu e alla Tari), l’Agente per la Riscossione è costituito da società private che hanno siglato appositi patti con l’ente stesso.

La riscossione esattoriale per conto della Pubblica Amministrazione non può essere gestita direttamente da questa e, pertanto, è necessario l’affidamento della pratica all’Esattore. L’affidamento avviene con la trasmissione di un documento – il cosiddetto ruolo – che certifica il credito da riscuotere. 

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