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Il decreto Salva casa è atteso al prossimo Consiglio dei ministri, secondo quanto ha dichiarato Matteo Salvini. Dunque, venerdì mattina dovrebbe essere approvata la sanatoria, che le opposizioni accusano di essere un condono. Ecco cosa cambierà per balconi, verande, finestre e altre opere non strutturali.

Dopo settimane di annunci, il momento dovrebbe essere arrivato: al prossimo Consiglio dei ministri – che era atteso per mercoledì, ma slitterà a venerdì mattina – sarà discusso il decreto edilizio proposto dal ministro dei Trasporti e delle Infrastrutture Matteo Salvini. La norma è stata chiamata “Salva casa” dal segretario del Carroccio, che ha parlato di una “sanatoria”, mentre le opposizioni non hanno risparmiato l’accusa che si tratti di un condono. Fino a questo momento, le indicazioni sul testo del decreto sono state piuttosto generali: solo una volta che sarà pubblicato si conosceranno i dettagli.

Anche nei prossimi giorni, prima di venerdì, il testo probabilmente continuerà a subire leggere modifiche. E sarà dai dettagli che si potrà stabilire se si tratti effettivamente di un condono o meno. L’intento dichiarato è un altro: sanare le irregolarità che non cambiano l’edificio in modo strutturale, ma che sono state effettuate in modo non conforme al progetto originale e quindi rendono la casa in parte abusiva. Per il momento, Salvini si è limitato a ribadire che il termine sanatoria “non è una brutta parola, come vorrebbe qualcuno, se significa semplicemente regolarizzare piccole anomalie, liberando oltretutto gli uffici comunali dalle troppe pratiche bloccate”.

Secondo quanto si sa al momento, il decreto dovrebbe interessare le modifiche interne degli immobili – ad esempio i tramezzi o i muri non portanti che vengono spostati, oppure anche le verande che vengono chiuse – anche le modifiche esterne, ma solo se di piccola entità. Si parla, ad esempio, di finestre o balconi che vengono allargati in modo lieve, o anche di tende che vengono installate. Niente, come detto, che possa incidere in modo significativo sulla struttura. Opere illegittime perché magari non richiederebbero un permesso o un titolo abilitativo a parte, ma sono state realizzate al di fuori di quanto era previsto nel progetto : una pratica diffusa soprattutto negli anni Settanta e Ottanta, anche se non è ancora noto quale periodo temporale sarà interessato dal decreto.

Chi possiede una casa in cui c’è questo tipo di irregolarità, potrebbe aggirare l’obbligo di rimettere l’immobile in regola. Il decreto permetterebbe di mettersi a posto pagando una semplice sanzione in Comune, nella maggior parte dei casi. Dovrebbero essere esclusi, invece, tutti coloro che hanno un immobile in cui ci sono modifiche sostanziali, che alterano la struttura della casa, o comunque delle opere che sono state realizzate senza i necessari permessi.

Come ha fatto spesso nelle scorse settimane, Salvini ha riassunto così l’iniziativa: “Se uno si è fatto la villa abusiva con piscina in riva al mare o al fiume, no. Se uno si è trovato un immobile con la cameretta di otto metri quadri, con il bagnetto o la grondaia fatta negli anni Ottanta che non riesce a regolarizzare o vendere, viene sanato e regolarizzato”. Ma le opposizioni non sono convinte. Il Pd ha attaccato: “Se Salvini si occupasse un po’ meno di promettere condoni di qualunque tipo, avrebbe ben altro da fare per salvare le case degli italiani: c’è da mettere a frutto gli investimenti del Repower Eu, 1,4 miliardi di euro per la riqualificazione energetica delle abitazioni di edilizia pubblica e sociale”. E anche il Movimento 5 stelle ha ribadito: “Salvini ci rimanda a una visione fiabesca, citando ‘camerette’, ‘finestrelle’ e piccole irregolarità. Tutte cose che oggi possono essere sanate benissimo con le leggi attualmente in vigore. Purtroppo, più si espone su questo suo roboante piano, più si sente puzza di condono”.



 

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