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I consigli per non sbagliare a compilare la dichiarazione dei redditi e, se dovesse accadere ugualmente, per correggere. Ecco le date utili da non dimenticare

È tempo di consegna della dichiarazione dei redditi. Dal 31 maggio 2022, infatti, è possibile inviare la dichiarazione precompilata del modello 730 relativo ai redditi del 2021. L’Agenzia delle Entrate ha reso disponibile il modello già dal 23 maggio.

I possibili errori sul 730

Attenzione, però, ai possibili errori: ad esempio, se vi accorgete di aver conteggiato oneri in misura maggiore a quanto previsto dalle norme o di aver dimenticato di inserire qualche spesa detraibile o deducibile, come la mensa dei figli, l’iscrizione all’attività sportiva o gli scontrini dei libri acquistati per lo studio, è ancora possibile rimediare. Qui vi spieghiamo come ed entro quali date.

Dichiarazione precompilata: invio dal 31 maggio

Dal 23 maggio l’Agenzia delle Entrate ha reso disponibile il modello precompilato della dichiarazione dei redditi e dal 31 maggio è possibile inviarlo all’Agenzia stessa. Per prima cosa occorre accedere alla sezione riservata, tramite SPID, Carta nazionale dei servizi o CIE. Una volta entrati, oltre a inviare la dichiarazione, è possibile effettuare una serie di operazioni utili, a partire dalla modifica del modello stesso, scegliendo la voce “Visualizza dati”: compariranno i documenti utilizzati per la dichiarazione, come Certificazione unica, carichi familiari ed eventuali redditi dei terreni e/o dei fabbricati.

A questo punto è possibile controllarli ed eventualmente caricare quelli mancanti. Se pensate sia troppo complicato o non avete tempo, potete affidarvi al proprio sostituto che presta assistenza fiscale oppure a un Caf o a un professionista abilitato. In questo caso occorre consegnare all’intermediario una delega per l’accesso al 730 precompilato.

Cosa fare in caso di errori sul 730

Ma cosa succede se, una volta inviato il 730, ci si rende conto di aver commesso un errore? Tra quelli più frequenti ci possono essere le dimenticanze (non si calcolano spese che invece sono deducibili o detraibili), sbagli nei calcoli per cui le cifre indicate vanno modificate, oppure inserimento di voci di spesa errate, che magari darebbero diritto a oneri deducibili o detraibili in misura superiore a quella spettante. Che fare?

Esistono due possibilità: presentare un modello integrativo oppure un modello rettificativo. Quest’ultimo, come ricorda l’Agenzia delle Entrate, può essere usato se il contribuente si accorge di errori commessi dal soggetto che ha prestato l’assistenza fiscale, quindi Caf o professionista. A questo punto deve comunicarglielo e questo provvederà a elaborare un mod. 730 “rettificativo”.

Diverso è il caso di una integrazione.

Come e chi può presentare un modello integrativo di 730

Come spiega il Caf ACLI, è possibile fare un 730 integrativo solo in tre casi, «vale a dire in presenza di errori che non abbiano alterato l’esito fiscale della dichiarazione, quindi errori che non abbiano influito sui valori finali dell’imposta o dell’eventuale credito, oppure di errori che abbiano sì alterato l’esito del 730, ma pur sempre a sfavore del contribuente». In pratica si può integrare solo quando si è dichiarato di più, quindi a «discapito del contribuente, che dunque con l’integrativo potrà recuperare in tempi rapidi». Un esempio è uno sbaglio nel rigo E1, quello delle spese sanitarie, quando ci si dimentica di alcuni scontrini della farmacia o di qualche visita medica.

I 3 tipi di errore nel 730

Nel modello integrativo, quindi, i tre tipi di errore sono identificati con altrettanti codici: lo “01”, quando è necessario correggere redditi dichiarati in misura superiore rispetto a quelli effettivamente percepiti, oppure per inserire oneri detraibili/deducibili dimenticati in precedenza; lo “02” serve per rettificare soltanto i riferimenti del sostituto d’imposta; lo “03” per rettifiche relative sia ai dati del sostituto, sia ai redditi o alle voci detraibili/deducibili. Il contribuente può presentare da solo il 730 integrativo solo nel secondo caso, mentre negli altri due deve affidarsi a un intermediario.

Quando presentare un modello Redditi persone fisiche

Se, invece, ci si rende conto di aver dimenticato di dichiarare dei redditi oppure di aver indicato oneri deducibili o detraibili in misura superiore a quella spettante (in pratica quando si finisce con l’avere minor credito o un maggior debito per oneri che non si erano pagati o indicati) si deve presentare obbligatoriamente un modello Redditi persone fisiche e pagare direttamente le somme dovute, compresa la differenza rispetto all’importo del credito che risultava dal modello 730 originario.

Dichiarazione dei redditi: le date utili da ricordare

Attenzione, infine, alle date perché le scadenze di presentazione delle varie dichiarazioni variano a seconda del tipo di documentazione:

  • 25 ottobre, se si deve presentare un nuovo modello “730 integrativo”; se il codice è “01” se ne deve occupare un Caf o un professionista abilitato. Occorrerà allegare tutta la documentazione relativa. «Questa si può presentare quando il risultato della dichiarazione cambia a mio favore o non cambia per niente, quindi purché non ci siano debiti verso il fisco, fossero anche solo di un euro» chiarisce Giovanna Piazzo, responsabile area fisco del consorzio nazionale Caf-Cgil.
  • 30 novembre: è la data entro cui presentare un modello REDDITI Persone fisiche 2021, utilizzando l’eventuale differenza a credito e richiedendone il rimborso. «Scaduto il termine del 25 ottobre, non si può presentare il 730 integrativo, ma il modello redditi persone fisiche. In questo caso si chiama “ordinario” se è la prima volta che si presenta, oppure “correttivo” se si era già provveduto alla comunicazione reddituale. Si può fare sia se la correzione è mio favore, sia se è a sfavore.
  • dal 1° dicembre si può presentare il modello Redditi Persone Fisiche integrativo (sempre sia a favore che a sfavore) relativo anche ai cinque anni precedenti. Quindi, se ci si accorge di una spesa non conteggiata magari relativa al 2018 si può provvedere fino al 2023, correggendo quindi un errore del passato. Se si è dimenticato di comunicare un reddito, si dovranno versare le imposte dovute avvalendosi del ravvedimento operoso.
  • 31 dicembre: quando si ha un importo a credito o a debito
  • L’ultima scadenza da ricordare è quella del modello redditi persone fisiche tardivo, cioè quello che si può presentare se non lo si è fatto entro il 30 novembre. «In questo ci sono 90 giorni di tempo dopo i quali scatta l’omessa dichiarazione con le sanzioni del caso previste» conclude Piazzo. 

Guida pratica al 730

 

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