Parma, 7 dicembre 2023 – Un’auto di lusso pagata coi soldi delle tasse e dei contributi e oltre 1,1 milioni di euro prosciugati dai conti di una società di pulizie di Parma mandata in fallimento per alimentare un’altra attività parallela. E poi, una volta indagati dalla Guardia di Finanza, durante le perquisizioni sono stati trovate sostanze dopanti, 176 fiale iniettabili e 34 scatole contenenti 1.060 compresse utilizzabili per il doping. Sono indagati per i reati di bancarotta fraudolenta documentale, patrimoniale e preferenziale, oltre che denunciati alla Procura per i farmaci irregolari e le sostanze dopanti, i due soci di un’impresa di Parma attiva nel settore delle pulizie per cui è stato disposto il sequestro di somme di denaro e quote societarie per un importo superiore a 1.100.000 euro.
Le indagini
Le indagini dirette dalla Procura e condotte dai finanzieri del Nucleo di polizia economico-finanziaria di Parma sono partire nel 2016 quando, con una serie di operazioni, sarebbe stata svuotata la liquidità dell’azienda prelevando dai conti societari denaro contante per scopi non attinenti all’attività di impresa per un importo di 620.481 euro. Operazioni che avrebbero causato il dissesto aziendale aggravato anche dal sistematico mancato pagamenti degli obblighi fiscali e previdenziali per un importo di 625.185 euro. La società è andata in fallimento e inoltre è emerso che uno dei soci, nonostante la presenza nel patrimonio della società di ingenti crediti privilegiati vantati dall’amministrazione finanziaria, avrebbe disposto numerosi bonifici a favore di conti correnti intestati a sè stesso e all’altro socio a titolo di distribuzione utili, per un ammontare di 570.000 euro. Dall’analisi dei conti correnti sono poi emersi diversi pagamenti a favore di una società di leasing per prendere un’autovettura di lusso invece di pagare le obbligazioni previdenziali e fiscali. Secondo la ricostruzione investigativa, l’intero asset patrimoniale dell’impresa fallita sarebbe stato distratto a favore di una nuova società, anch’essa riconducibile ai due indagati e operante nel settore delle pulizie, peraltro con denominazione sociale simile a quella fallita, creando di fatto una continuità aziendale attraverso un processo di osmosi di mezzi strumentali, finanziari e commerciali.
Le sostanze dopanti
Nell’ambito delle perquisizioni ordinate dal gip, i finanzieri hanno trovato a Parma e a Bolzano, nella sede della nuova società e nelle abitazioni dei due soci indagati, anche 176 fiale iniettabili e 34 scatole contenenti 1.060 compresse di sostanze dopanti. Tutti i prodotti sono stati sequestrati e i due soci sono stati denunciati alla Procura di Parma cui spetta ora di valutare l’eventuale sussistenza del reato che punisce l’utilizzo o la somministrazione di farmaci o di altre sostanze al fine di alterare le prestazioni agonistiche degli atleti. L’autorità giudiziaria ha nominato un amministratore giudiziario delle quote societarie dell’impresa ancora operativa per assicurare la continuità aziendale.
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