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In questo articolo parleremo di cartelle esattoriali e blocco conto corrente e vedremo quando scatta il pignoramento (scopri le ultime notizie su bonus, Rdc e assegno unico, su Invalidità e Legge 104, sui mutui, sul fisco, sulle offerte di lavoro e i concorsi attivi. Leggile gratis su WhatsApp, Telegram e Facebook).

Cartelle esattoriali e blocco conto corrente: come funziona?

Il blocco del conto corrente è una procedura legale che permette a un creditore, munito di titolo esecutivo come un decreto ingiuntivo o una sentenza, di pignorare i fondi presenti sul conto bancario del debitore per soddisfare il proprio credito.

Si ricorre al pignoramento infatti quando il debitore non ha rispettato gli obblighi contrattuali o i pagamenti dovuti e il creditore ha ottenuto un giudizio favorevole per il recupero del credito.

Riguardo l’obbligo di notifica e altri aspetti, esistono differenze a seconda che il pignoramento avvenga per un debito tra privati o con l’Agenzia delle Entrate. In particolare, l’Agenzia delle Entrate, in caso di una cartella esattoriale non pagata, può procedere al pignoramento del conto anche senza attendere l’autorizzazione di un giudice.

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Quando scatta il pignoramento per una cartella esattoriale non pagata?

In una controversia tra privati, per procedere al pignoramento del conto corrente, è necessaria la notifica dell’atto di precetto al debitore, seguita dalla notifica dell’atto di pignoramento. Questo passaggio non è richiesto nel caso in cui sia il Fisco a iniziare il pignoramento: in questa situazione, l’obbligo di notifica è nei confronti della banca presso cui è aperto il conto del debitore.

Il pignoramento del conto corrente per debiti fiscali con l’Agenzia delle Entrate può essere effettuato senza il consenso di un giudice, poiché la cartella di pagamento è di per sé un atto esecutivo. Se il pagamento non avviene entro 60 giorni dalla notifica, l’Agenzia delle Entrate può procedere con il pignoramento.

Dopo questo termine, l’Agenzia delle Entrate invia infatti l’atto di pignoramento direttamente alla banca o all’istituto postale dove il debitore ha il conto. L’interessato riceve quindi un invito a pagare l’importo dovuto entro ulteriori 60 giorni.

Se il debito non viene saldato entro questi termini, l’Agenzia delle Entrate richiede alla banca di prelevare direttamente dal conto corrente del debitore l’importo dovuto. In questo modo, il recupero del credito viene eseguito direttamente attraverso le procedure bancarie, senza ulteriori interventi legali.

Quali sono i limiti di pignoramento del conto corrente nel 2024?

Nel contesto del pignoramento del conto corrente, è importante considerare i limiti imposti dall’articolo 545 del Codice di procedura civile, che regola l’espropriazione delle somme presenti sul conto.

Una delle restrizioni fondamentali riguarda il saldo del conto pignorato. La legge prevede che non sia possibile pignorare una cifra equivalente a tre volte l’assegno sociale.

Nel 2024 l’assegno sociale ammonta a 534,41 euro, quindi il limite massimo esente da pignoramento è di 1.603,23 euro. Qualsiasi importo oltre questa soglia può essere pignorato nell’ambito di un’azione di esecuzione forzata.

Questi limiti sono stati istituiti per tutelare il debitore e fare in modo che mantenga a disposizione una somma minima per le sue esigenze primarie, nonostante il procedimento di pignoramento in atto.

Esempio pratico di applicazione del limite di pignoramento

Prendiamo l’esempio di una persona che riceve una notifica di pignoramento sul proprio conto corrente bancario o postale a seguito di un debito non saldato e il conto presenti un saldo di 2.000 euro.

Considerando che, per legge, una somma equivalente a 1.603,23 euro è esente da pignoramento, la cifra effettivamente pignorabile in questo caso è il saldo eccedente tale limite. Pertanto, la somma che verrà pignorata e data al creditore per saldare il debito sarà di 396,77 euro, calcolata come la differenza tra il saldo totale (2.000 euro) e la somma non pignorabile (1.603,23 euro).

Quali crediti non possono essere pignorati?

L’articolo 545 del Codice di procedura civile stabilisce una serie di crediti che non possono essere soggetti a pignoramento durante un procedimento di pignoramento presso terzi, incluso quello su conto corrente. Questo elenco comprende principalmente sussidi e aiuti provenienti dallo Stato, i quali sono considerati essenziali per il sostentamento del debitore e della sua famiglia. Ecco alcuni esempi dei principali crediti non pignorabili:

  • Crediti alimentari, tranne che per cause di alimenti, e sempre con l’autorizzazione del presidente del tribunale o di un giudice da lui delegato e per la parte dal medesimo determinata mediante decreto.
  • Crediti aventi per oggetto sussidi di grazia o di sostentamento a persone comprese nell’elenco dei poveri, oppure sussidi dovuti per maternità, malattie o funerali da casse di assicurazione, da enti di assistenza o da istituti di beneficenza.
  • Somme dovute dai privati a titolo di stipendio, di salario o di altre indennità relative al rapporto di lavoro o di impiego comprese quelle dovute a causa di licenziamento, possono essere pignorate per crediti alimentari nella misura autorizzata dal presidente del tribunale o da un giudice da lui delegato. Tali somme possono essere pignorate nella misura di un quinto per i tributi dovuti allo Stato, alle province e ai comuni, ed in eguale misura per ogni altro credito.
  • Il pignoramento per il simultaneo concorso delle cause indicate precedentemente non può estendersi oltre alla metà dell’ammontare delle somme predette.
  • Somme da chiunque dovute a titolo di pensione, di indennità che tengono luogo di pensione o di altri assegni di quiescenza non possono essere pignorate per un ammontare corrispondente al doppio della misura massima mensile dell’assegno sociale, con un minimo di 1.000 euro.
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In foto, lo screen dell’articolo 545 del Codice di procedura civile.

Come funziona il blocco del conto cointestato

Nel caso di un pignoramento di un conto cointestato, cioè un conto corrente bancario intestato a più persone, il creditore può pignorare solamente la quota del saldo che appartiene al debitore. Le quote appartenenti agli altri cointestatari del conto non possono essere soggette a pignoramento, in quanto non rientrano nella sfera giuridica del debito del soggetto interessato.

Pertanto, se il conto è cointestato a due persone e solo una di esse è debitore, il creditore può iniziare un procedimento di pignoramento che incida soltanto sul 50% delle somme presenti sul conto, ossia la quota presumibilmente appartenente al debitore. Questo principio salvaguarda gli interessi degli altri titolari del conto che non sono coinvolti nel debito.

FAQ: Domande frequenti sul pignoramento del conto corrente

Posso riattivare il pignoramento del conto corrente se successivamente deposito fondi sul conto?

Se il saldo del conto corrente è vuoto o in negativo, i fondi non vengono bloccati. Tuttavia, eventuali depositi successivi potrebbero essere soggetti a pignoramento, ciò dipende se si è chiuso o meno il procedimento di pignoramento avviato.

Quali sono le alternative al pignoramento del conto corrente vuoto?

Se il conto corrente è vuoto e ci sono in difficoltà finanziarie, è consigliabile cercare assistenza da parte di un consulente finanziario o di un avvocato specializzato in diritto delle esecuzioni. Possono esaminare le opzioni e consigliare sulle alternative al pignoramento, come la negoziazione del debito o l’elaborazione di un piano di rimborso.

Ci sono altre conseguenze se il mio conto corrente è vuoto durante una procedura di pignoramento?

Se il conto corrente è vuoto, non ci saranno conseguenze dirette legate al pignoramento. Tuttavia, è importante affrontare la situazione debitoria e cercare soluzioni per gestire il debito in modo adeguato.

Chi può avviare una procedura di pignoramento del conto corrente?

Un creditore che ha un credito non soddisfatto nei confronti di un debitore può avviare una procedura di pignoramento del conto corrente. Questo avviene generalmente attraverso un’azione legale o tramite un avvocato.

Posso impedire il pignoramento del mio conto corrente?

È possibile evitare il pignoramento del conto corrente attraverso diverse opzioni. Ad esempio, il pagamento del debito in modo tempestivo, la negoziazione con il creditore per un piano di pagamento rateale, la ricerca di assistenza da un consulente finanziario o un avvocato specializzato in diritto delle esecuzioni.

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