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Un saldo e stralcio per tutti i debiti con l’Agenzia delle Entrate che rientrano nei 30mila euro, se il Fisco ha già fatto tutti i tentativi per riscuoterli senza successo. La proposta di Matteo Salvini richiederebbe di pagare appena il 10% della somma evasa.

Mentre si avvicina il momento il cui il governo dovrà rendere nota la Nadef, che chiarirà la situazione economica dell’Italia e le risorse a disposizione per la prossima legge di bilancio, l’esecutivo continua a cercare risorse dove possono arrivare. Dopo la sanatoria per chi non fa scontrini tramite ravvedimento operoso, e l’ipotesi di anticipare l’asta per la concessione del Lotto, è tornato un cavallo di battaglia della maggioranza: il saldo e stralcio per le cartelle esattoriali al di sotto di una certa soglia, in particolare 30mila euro.

La proposta arriva da Matteo Salvini, che recentemente sarebbe tornato a discuterne con il suo consigliere economico Armando Siri. Non è un mistero che l’intenzione di Salvini sia di puntare su un condono: già nei mesi scorsi aveva fatto circolare l’ipotesi, che poi non si è concretizzata. Ora, con la manovra a meno di tre mesi di distanza, una soluzione in più per fare cassa potrebbe essere la benvenuta.

La norma prevederebbe, nelle intenzioni della Lega, che chi ha un debito con il Fisco fino a 30mila euro possa sistemare la sua posizione con un pagamento decisamente ridotto: niente sanzioni né interessi, e appena il 10% della cifra dovuta. Ad esempio, per un debito di 20mila euro, che porterebbe a spendere ben più di questa cifra (anche a seconda di quanto è vecchia la pratica) per chiudere la questione, basterebbe sborsarne duemila.

I numeri non sono ancora ufficiali. Già nella scorsa manovra il governo aveva previsto un saldo e stralcio, ma in quel caso era per le cartelle fino a mille euro, e solo per il periodo dal 2000 al 2015. Anche il governo Conte aveva previsto un saldo e stralcio, ma poteva utilizzarlo solo chi aveva un Isee fino a 20mila euro. La proposta leghista, invece, finora non ha pensato ai limiti da mettere.

Sembra difficile che arriverà un condono per tutti a prescindere dal loro reddito e Isee: potrebbe non essere in linea con le norme europee. Per stabilire una platea si potrebbe mettere un limite di reddito Irpef – ad esempio, 50mila euro all’anno in media negli ultimi anni – o anche all’Isee, con una soglia che potrebbe arrivare a 25mila euro. L’ipotesi è ancora da elaborare in modo più definito.

In ogni caso, non potrebbero rientrarvi tutte le cartelle esattoriali. Al di là di un possibile limite temporale (ad esempio, solo le cartelle che risalgono a prima del 2015), il saldo e stralcio sarebbe rivolto a quelle cifre che ormai l’Agenzia delle Entrate crede di non poter più recuperare. Si tratta di crediti cosiddetti inesigibili, perché il Fisco ha fatto tutti i tentativi per riscuoterli e non ci è riuscito. La stima è che, su oltre 1.100 miliardi di euro di crediti accumulati, ce ne siano appena 40 circa che si possono recuperare. In ogni caso, al governo Meloni basterebbero pochi miliardi per avere una boccata d’aria in vista della prossima legge di bilancio.



 

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