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TERAMO. Si è ritrovata sommersa dai debiti, scivolando piano piano in un vortice che l’ha coinvolta a diversi livelli. E’ la storia di una donna teramana che, insieme al padre, si è ritrovata ad avere circa 400mila euro di debiti con diverse banche e finanziarie. I due teramani si sono “salvati” facendo ricorso alla cosiddetta “legge antisuicidi” per uscire da una situazione di sovraindebitamento.
Si sono rivolti all’avvocato Berardo Di Ferdinando, delegato Adusbef, per cercare di uscire da una situazione che li stava praticamente annientando. E’ così stato attivato l’organismo di composizione della crisi istituto nell’Ordine dei commercialisti di Teramo, sono stati nominati un ausiliario del debitore e uno del giudice che ha verificato la fattibilità della proposta presentata dai due teramani e l’ha attestata al giudice delegato del tribunale di Teramo, Ninetta D’Ignazio. E ora, visto che la proposta è stata accolta, la donna teramana, che ha due figli, e il padre potranno estinguere 400mila euro di debiti pagando 19,200 euro a testa in quattro anni.
I motivi per cui S.D.G. e F.D.G. sono arrivati ad accumulare una tale somma da pagare si intrecciano con vicende personali particolarmente dolorose. Nel 2007 padre e figlia hanno contratto un mutuo per l’acquisto della prima casa. All’epoca la donna, che aveva divorziato dal marito, aveva iniziato una nuova convivenza. Ma poi ha fatto da garante ad alcuni prestiti chiesti da nuovo compagno a banche e società finanziarie, per circa 70mila euro in totale. La convivenza è terminata burrascosamente nel 2012 senza che il compagno avesse provveduto a pagare i propri debiti. E quindi S.D.G. si è ritrovata a dover pagare non solo il proprio mutuo, ma anche a dover tamponare lo scoperto dell’ex a cui aveva fatto ingenuamente da garante.
La donna, che è dipendente di un’impresa, non ce l’ha fatta e alla fine la casa per cui aveva acceso il mutuo è stata pignorata. La situazione è peggiorata in quando sia figlia che padre, che è pensionato, hanno dovuto pure pagare l’affitto di una nuova casa. Alla fine le è stata pignorata anche parte dello stipendio. Un effetto domino che sembrava non finire, portando alla disperazione S.D.G., responsabile anche per i due figli, e i genitori di lei.
La soluzione è arrivata con l’accoglimento della proposta di liquidazione: sia S.D.G. che F.D.G. pagheranno 400 euro al mese per quattro anni. La donna, in più mette a disposizione un vecchio motorino e altri beni immobili di poco conto, per arrivare a un totale di 25.100 euro. In definitiva con 44.300 euro sia padre che figlia, fra quattro, anni, potranno voltare pagina e dimenticare più di dieci anni di tribolazioni, grazie alla cosiddetta “legge antisuicidi”.
©RIPRODUZIONE RISERVATA



 

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