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Il 30 settembre è una data da evidenziare bene nel calendario: è l’ultimo giorno utile per inviare il modello 730, scadenza fiscale Irpef importante per chi ha l’obbligo di presentarlo, pena il pagamento di una multa che può arrivare fino al 240% dell’ammontare delle imposte dovute.

Anche se manca poco meno di un mese per presentare tutta la documentazione utile è sempre meglio non aspettare gli ultimi giorni per evitare errori: si la fretta è cattiva consigliera e lo è ancora di più quando si tratta di farsi largo tra codici, numeri e diciture che devono essere riportate nel modulo F24 con la massima attenzione.

Modello 730, gli errori da evitare nella dichiarazione Irpef

Per non farsi trovare impreparati all’appuntamento con il fisco, Taxfix, la prima app che permette di compilare la Dichiarazione dei Redditi dallo smartphone o da PC e di inviarla online a un commercialista per la verifica e l’invio rendendo più semplice il mondo delle tasse, ha stilato una guida per aiutare gli  utenti ad orientarsi durante la compilazione via app, prima dell’ulteriore controllo da parte di uno dei commercialisti della startup.

Buttare o perdere fatture e scontrini
“Quando si tratta del fisco bisogna essere precisi e ordinati – chiarisce Alessandra Birolo, dottore commercialista in Taxfix – Infatti, conservare scontrini e fatture delle spese sostenute durante l’anno è fondamentale per facilitare, e ovviamente non sbagliare, nella compilazione e nella conseguente verifica della correttezza del proprio modello 730.”
Ma è altrettanto importante conservare anche i documenti degli anni passati poiché l’Agenzia delle Entrate potrebbe chiederli in caso di controlli. Per i redditi del 2021 i documenti dovranno essere conservati fino al 31 dicembre 2026.

 

Non chiedere una verifica a un professionista prima dell’inoltro all’Agenzia dell’Entrate.
Sì, perché un modello 730 compilato male può essere corretto, ma non è così semplice. Se si riscontrano errori di compilazione o di calcolo, andrà presentato il modello 730 rettificativo; se invece si è dimenticato di esporre deduzioni o detrazioni, andrà presentato il modello 730 integrativo – e necessariamente con l’intermediazione di un professionista.
Per questo la verifica da parte di un esperto (anche online, come nel caso di Taxfix) dopo la compilazione è importantissima: evita di incorrere in errori e ulteriore burocrazia.

Inserire un codice tributo sbagliato nel modello precompilato
Si tratta di uno degli errori che si commette più facilmente quando si compila e si invia il 730 con il modello precompilato. Inserire il codice tributo sbagliato rispetto al tipo di pagamento da effettuare è un errore comune, soprattutto perché per l’utilizzo del modello precompilato sono necessarie conoscenze aggiuntive e massima attenzione che non tutti hanno, soprattutto se non sono professionisti o esperti fiscali “Ci sono alcuni errori più comuni come sbagliare l’indicazione del periodo di riferimento del tributo – spiega Alessandra Birolo, dottore commercialista in Taxfix – Per questa tipologia di svista, meno gravi in quanto non modificano l’importo finale del pagamento, la correzione può essere fatta recandosi all’Agenzie delle Entrate e chiedendone la rettifica.”

Indicare l’importo sbagliato
Anche indicare l’importo sbagliato è uno degli errori che capita con maggiore frequenza. Una volta accortisi della svista è necessario regolarizzarlo successivamente con il pagamento della differenza tra quanto dovuto e quanto pagato in precedenza, al quale bisognerà sommare l’importo degli interessi maturati (tra la data di scadenza e il momento del pagamento della somma residua) e una piccola sanzione che varia in base ai giorni di ritardo con cui si provveduto al ravvedimento.

Presentare l’F24 con importo zero
In questo caso si tratta di un errore grave. “Una volta terminata la compilazione dell’F24 può succedere che l’importo da pagare risulti pari a 0 – illustra l’esperta di Taxfix – Bene, in questo caso è assolutamente necessario che l’F24 venga presentato comunque. L’omissione prevede l’applicazione di una sanzione pari a 100 euro, ridotta a 50 euro se il ritardo non è superiore a cinque giorni lavorativi.”

 

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