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Non basta una vita di lavoro per comprarsi una casa. Se trent’anni – il periodo medio in cui una famiglia oggi proprietaria di un’abitazione (condizione in cui si trova oggi il 72% delle famiglie toscane) ha impiegato per conquistarla – potevano già essere un arco di ragguardevole durata, per gli under 40 attuali non ancora proprietari di un alloggio il tempo si dilata ulteriormente: ipotizzando di destinare all’acquisto di una casa il 30% del proprio reddito, di anni ne possono servire fino a quaranta, o anche più. Perché i valori delle case, soprattutto in una regione attrattiva come la Toscana, sono progressivamente aumentati, a differenza dei redditi, che non solo hanno perso, con l’inflazione, una parte considerevole del loro potere di acquisto, ma anche perché sono abbassati, e diventati più precari. La prospettiva sarebbe, in teoria, quella di “mutui infiniti”, anche se quella dei mutui è materia precipua degli istituti di credito.

È lo scenario tratteggiato da una ricerca dell’Irpet (istituto regionale programmazione economica) pubblicata appena pochi giorni fa (26 marzo) sul disagio abitativo. Per la ricerca, spiega Chiara Agnoletti, ricercatrice Irpet che ha lavorato allo studio insieme alle colleghe Claudia Ferretti e Maria Luisa Maitino, «abbiamo lavorato su uno scenario realistico, come quello di destinare una quota del 30% dei redditi disponibili al pagamento mensile delle rate per l’acquisto di una casa (considerata nella media di un appartamento di circa 80 metri quadrati, ndr): in genere è la quota sulla quale si basano gli istituti di credito, un concetto simile a quello del mutuo».

Può sembrare strano, sottolinea la ricercatrice, «ma la Toscana, più di altre regioni, soffre per il disagio abitativo». Tutto nasce dal fatto che i valori medi degli immobili sono fra i più alti in Italia, sia per la forte vocazione turistica, per la domanda di alloggi che c’è da parte degli studenti. E in presenza di un’offerta più rigida, a farne le spese sono i redditi. Nel rapporto fra redditi e valori immobiliari la Toscana è fra le più penalizzate. C’è poi il fatto che il turismo innesca un tipo di lavoro poco retribuito: e questo contribuisce a peggiorare l’equilibrio fra redditi e valore delle case. Il turismo è centrale anche per la questione degli affitti».

I prezzi delle case

Nell’elaborazione dell’Irpet, il prezzo medio al metro quadrato di un’abitazione in Toscana è di 1.611 euro, inferiore solo alla Liguria (2.042), alla Valle d’Aosta (1.923) e al Trentino Alto Adige (18.77), ma ben al di sopra della media nazionale italiana (1.132). Tendenza confermata dai prezzi pubblicati appena due giorni fa (2 aprile) dal portale Mercato Immobiliare. «In Toscana – viene riportato – sono presenti al momento 239.349 immobili in vendita e 33.312 in affitto. Per la vendita, la tipologia più scambiata è costituita da appartamenti, seguita da case indipendenti. La Toscana è tra le regioni italiane con i prezzi degli appartamenti più alti, con una media fino a 2.315 euro al metro quadrato».

Il divario tra i salari

Non è uguale essere uomo o donna quando ci si impegna nell’acquisto di un alloggio. Perché (come viene riportato anche nella tabella in alto, tratta dalla ricerca Irpet), ancora oggi, tra i “giovani” (così la ricerca classifica gli under 40, se fossero stati presi a campione il quadro sarebbe stato ancora più critico, assicura Agnoletti) è presente il divario tra le retribuzioni dei due sessi, e in modo anche importante. Succede così che un uomo sotto i quarant’anni può “permettersi” di acquistare un’abitazione in centro città (identificato in tabella anche come “polo”) in una media di 31,5 anni, una donna della stessa età per acquistare la stessa casa impiega 40 anni. Divario che si allarga tanto più il valore della casa tende ad aumentare. Ad esempio per comprare un alloggio nelle immediate adiacenze del centro città (polo intercomunale) un uomo impiega 35,5 anni, mentre una donna 45,7. Per non parlare di abitazioni in zone panoramiche – (la lontana periferia o “ultraperiferia” nel gergo dei ricercatori–: quell’acquisto, per un under 40 di oggi diventa pressoché proibitivo: 42,3 anni per un uomo e 55,9 per una donna. Rientrano tra le zone “ultraperiferiche” (e probitive) ad esempio, viene sottolineato nella ricerca, alcune zone della costa o a vocazione spiccatamente turistica, come l’isola d’Elba. Si “salva” (se così si può dire) la media toscana: 26,9 anni per un uomo, 35 per una donna.

Queste le simulazioni fatte, come detto, ipotizzando di destinare il 30% del reddito alle rate per il pagamento della casa. Quanto all’ipotesi di destinarvi il 100% del reddito, gli stessi ricercatori convengono che, al di là della simulazione statistica, «si tratta di un’ipotesi irrealistica». Ovvero: impensabile (impossibile) impiegare tutto il proprio reddito nell’acquisto di una casa: il bilancio familiare diventerebbe insostenibile, dal momento che per vivere si debbono sostenere, ogni giorno, una varietà di spese.

 

 

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