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Il pignoramento dei conti correnti già esiste nell’attuale normativa fiscale, ma la legge di bilancio renderà la procedura più precisa e veloce, dando la possibilità all’Agenzia delle entrate-Riscossione di verificare direttamente le disponibilità dei depositi in banca ed agire quindi in modo mirato. Con un limite però. Stando alle ultime ipotesi in attesa del testo definitivo della legge di bilancio, se l’importo del debito è inferiore a mille euro, il pignoramento veloce potrebbe non scattare.

Palazzo Chigi precisa che la manovra “in coerenza con la delega fiscale approvata dal Parlamento” e “con la linea di fermezza” sull’evasione “seguita dal governo, si limita a prevedere la possibilità di utilizzo di strumenti informatici per efficientare strumenti già esistenti” usati “per il recupero d’importi” di “cartelle esattoriali per le quali il contribuente non ha presentato ricorso e non ha ottenuto una sospensione giudiziale”. In sostanza una misura che “consentirebbe all’Agenzia delle entrate di accedere direttamente ai conti correnti degli italiani per recuperare le imposte non pagate è totalmente priva di fondamento”

Video Fisco guarda nei conti correnti, pignoramenti piu’ veloci

Oggi il pignoramento arriva dopo un serie di passaggi in cui l’agente della riscossione, verificato il mancato pagamento di una tassa, chiede al contribuente di sanare la propria posizione: l’invio della cartella e dei successivi solleciti se il cittadino non risponde con il pagamento a nessuna delle richieste. A distanza di un anno dalla cartella, il pignoramento è preceduto anche dall’avviso di intimazione. Da quel momento il contribuente che ha il debito con il fisco ha 5 giorni di tempo per effettuare il versamento, con la possibilità di chiedere la rateizzazione delle somme dovute. Se il contribuente evade anche in questi casi, l’agente della Riscossione oggi può già vedere se e dove il cittadino ha dei conti correnti e si rivolge alla banca o alle banche, in caso di più conti aperti. Gli istituti hanno 60 giorni di tempo per rispondere. Il pignoramento esclude l’ultimo stipendio che resta come limite per assicurare le necessità del debitore. Quello che la Riscossione non può vedere, ma potrà in futuro, è quanto è depositato nei c/c, verificando quindi se esistono le somme per mettersi in regola con il fisco. Una volta entrata in vigore la manovra, dal primo gennaio 2024 se la versione in bozza verrà confermata, l’agente (avvisando ovviamente la banca ed entro 30 giorni anche il debitore) potrà andare a colpo sicuro e “senza indugio”, come recita la norma, a prelevare l’intera somma dovuta là dove ce ne è disponibilità. Il meccanismo verrà reso così più centrato e immediato. Le soluzioni tecniche saranno definite con un decreto del ministero dell’Economia sentite l’Abi, Poste e l’Associazione dei prestatori servizi di pagamento, ma anche il Garante per la protezione dei dati personali, in modo che l’Agenzia delle entrate-Riscossione possa adottare “idonee misure di garanzia a tutela dei diritti e delle libertà degli interessati, attraverso la previsione di apposite misure di sicurezza”. L’ultima ipotesi prevede però anche un’ulteriore precisazione “per esigenze di massima tutela del debitore”. Se l’importo complessivo per cui si procede è inferiore complessivamente a mille euro, non scatterebbe la procedura velocizzata.

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