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Nonostante l’impianto complessivo del Decreto Salva Casa abbia ottenuto un generale consenso, nel corso delle prime audizioni, presso la Commissione Ambiente alla Camera, stanno emergendo alcune criticità, critiche e differenze di vedute che potrebbero tradursi in proposte di emendamenti durante il cammino parlamentare a Montecitorio.

Analizziamo le principali posizioni evidenziate dalle diverse associazioni di categoria.

Ance: necessaria una revisione organica della disciplina edilizia

Stefano Betti, Vicepresidente di Ance Edilizia e Territorio, ha messo in evidenza come il Decreto continui la prassi consolidata di apportare modifiche puntuali al Dpr 380/2001. “Il Decreto interviene nuovamente con modifiche puntuali al Dpr 380/2001, proseguendo la strada intrapresa da ormai 14 anni che ha visto la normativa edilizia oggetto di numerose modifiche attraverso l’utilizzo dello strumento della decretazione d’urgenza”, ha dichiarato Betti. Queste modifiche, che spaziano dalla disciplina urbanistica a quella edilizia, stanno creando grande confusione tra i tecnici incaricati di attuare gli interventi.

L’Ance sottolinea la necessità di una revisione organica e integrata della disciplina edilizia, che superi e modifichi tutte le normative obsolete e anacronistiche su cui si fonda l’attuale sistema edilizio e urbanistico. In particolare, è essenziale colmare le lacune partendo dal DM 1444/68 sulla trasformazione urbana e arrivando alla revisione del decreto del 1975 sui requisiti igienico-sanitari, al fine di adattare le norme alle nuove esigenze e all’evoluzione dei contesti abitativi. Solo attraverso un intervento sistematico e coordinato sarà possibile garantire che le regole urbanistiche ed edilizie possano rispondere adeguatamente alle sfide attuali e future.

Confedilizia: critiche e proposte per un miglioramento del Decreto Salva Casa

L’associazione ha avanzato diverse richieste specifiche per migliorare il decreto-legge tra cui la proposta di rimuovere la limitazione temporale del 24 maggio 2024 per le tolleranze costruttive, in quanto ingiustificata e fonte di disparità di trattamento. Ha inoltre chiesto di superare definitivamente il requisito della doppia conformità per tutte le fattispecie di accertamento, rendendo sanabili gli interventi conformi alla disciplina urbanistica ed edilizia vigente al momento della domanda di sanatoria.

Confedilizia ha anche proposto che i cambi d’uso senza opere siano sempre ammessi. Per quanto riguarda le varianti in corso d’opera a titoli edilizi rilasciati prima del 1977, ha suggerito che tali interventi non costituiscano violazioni edilizie e siano dichiarati dai tecnici abilitati per l’attestazione dello stato legittimo degli immobili. Infine, ha chiesto che i tecnici abilitati possano attestare lo stato legittimo di un immobile senza la necessità di un procedimento che verifichi l’esistenza di un titolo abilitativo, semplificando così il processo previsto dal decreto Salva Casa.

Confartigianato e CNA: utile un Codice Unico dell’Edilizia

La Confederazione Nazionale dell’Artigianato e della Piccola e Media Impresa (CNA) ha ribadito la necessità di un quadro normativo chiaro e omogeneo che possa offrire soluzioni sostenibili a lungo termine. Un Codice Unico dell’Edilizia non solo semplificherebbe il quadro normativo, ma faciliterebbe anche l’operato dei professionisti del settore, riducendo i tempi e i costi associati alle procedure burocratiche.

CNA ha richiesto un riordino dei meccanismi incentivanti, giudicati indispensabili per sostenere gli interventi di ristrutturazione. La Confederazione ritiene che incentivi ben strutturati possano stimolare gli investimenti nel settore edile, contribuendo significativamente alla ripresa economica e alla modernizzazione del patrimonio immobiliare esistente. Confartigianato, dal canto suo, ha ribadito la necessità di un intervento legislativo che superi le frammentazioni normative attuali.

Legambiente e le critiche al Decreto Salva Casa: preoccupazioni sull’abusivismo

L’associazione ambientalista ha espresso preoccupazioni sul tema dell’abusivismo edilizio. La prima versione del decreto, approvata in Consiglio dei Ministri, aveva indotto Legambiente a definirlo un “condono mascherato. Legambiente ritiene che questo sistema potrebbe permettere la sanatoria di abusi rilevanti, sfuggendo al controllo delle amministrazioni comunali a causa dell’eccessiva mole di lavoro e della mancanza di tempo.

Inoltre, sottolinea la necessità di adottare linee guida nazionali univoche, piuttosto che apportare continue modifiche puntuali al Testo Unico dell’Edilizia (TUE). Questa misura permetterebbe di garantire una maggiore coerenza normativa e facilitare l’operato delle amministrazioni locali.

Confprofessioni: evitare l’applicazione a “macchia di leopardo”

La vicepresidente di Confprofessioni, Claudia Alessandrelli ha espresso apprezzamento per le semplificazioni introdotte, che potrebbero rivitalizzare il mercato immobiliare. Tuttavia, ha sottolineato la necessità di chiarire alcune definizioni per evitare dubbi interpretativi e prassi applicative contrastanti a livello locale.

Il decreto mira a facilitare la regolarizzazione delle lievi difformità edilizie, migliorando la qualità e la sostenibilità del patrimonio immobiliare nazionale. Secondo Alessandrelli, questa misura potrà aumentare la commerciabilità economica degli immobili, ma esiste il rischio di applicazioni disomogenee delle norme.

ANCI: urgente una nuova modulistica per evitare difficoltà pratiche

I Comuni hanno accolto positivamente il Decreto Salva Casa, ma hanno lanciato un allarme sulla sua attuazione pratica. È necessario lavorare immediatamente a una nuova modulistica, poiché il decreto è già in vigore e sta creando difficoltà agli uffici comunali. La delimitazione delle procedure edilizie e urbanistiche è cruciale, non solo per garantire la certezza del diritto, ma anche per assicurare la serenità del personale delle amministrazioni locali.

Inoltre, una gestione inefficace del decreto potrebbe causare una crisi nel settore edilizio, con potenziali ricadute occupazionali e una diminuzione delle entrate derivanti dagli oneri di urbanizzazione per i bilanci comunali.

 

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