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Youtopia è un titolo accattivante, come lo è Matilde de AngelisThe Undoing –, l’attrice italiana più in voga del momento, nei panni della protagonista. Il risultato del lungometraggio però è ambivalente. Da un lato c’è una forte caratterizzazione italiana, la lentezza, l’interpretazione dei personaggi; dall’altro il messaggio: Youtopia parla di quelle cose che non si dicono ma ci sono.

Il film, riconosciuto di interesse culturale con contributo del Ministero dei Beni Culturali e delle attività culturali e del turismo, ci immerge all’inizio in un fondale marino buio per poi riemergere nel silenzio di due pescatori, padre e figlio.

Successivamente si susseguono una serie di scene: una donna fa ginnastica a casa, davanti a un video motivazionale.

Ricordi di Cenerentola? L’abbiamo presa a Eurodisney!, il pescatore padre – Alessandro Haber – al ritrovamento del giocattolo comincia a rimuginare pensieri che non comprendiamo, che neanche il figlio comprende.

La donna, Laura – Donatella Finocchiaro –, fa un colloquio con il suo coach, ma senza successo. Una provocante ragazza balla mentre si spoglia un po’ ammiccando non si sa a chi.

Lo scenario è tutto romano. Giochi perversi si svolgono accompagnati da musica classica, all’ombra di una famiglia benestante, se non facoltosa, apparentemente perfetta. In parallelo ci viene mostrata un altro nucleo famigliare composto da nonna, mamma e figlia. Vendono la macchina e cercano lavoro, in ristrettezze economiche devono pagare l’ipoteca della casa che è stata pignorata.

Improvvisamente ecco un altro fondale, che suona come quello reale, ma virtuale. Animato da creature strane da ammazzare con la complicità di un altro giocatore, sconosciuto nella realtà, ma molto intimo nella conoscenza. Durante la sessione di gioco, si comunica in un’altra lingua, l’inglese, il che evidenzia lo stacco del mondo virtuale dalla provincialità romana.

youtopia

Il dvd motivazionale viene gettato nel cestino, come tante cose in metafora. La differenza generazionale è palese e reale.

Di fronte al prodotto da Bernardo Carboni e Valerio Palusci, si può soprassedere all’interpretazione non sempre perfetta, davanti a una fotografia molto ben fatta e dei dialoghi semplici, ma profondi e mai banali.

Gli accostamenti poetici di immagini e parole danno al lungometraggio uno spessore non trascurabile, soprattutto per gli argomenti che tratta, che non ci dovrebbero stare indifferenti.

Cercare e saper riconoscere chi e cosa, in mezzo all’inferno, non è inferno, e farlo durare, e dargli spazio. La citazione a Calvino è testuale e forte in mezzo al cortometraggio.

Il co-protagonista di Matilda è un ragazzo virtuale di cui conosciamo solo la voce, una saggia voce, che cita appunto Calvino, Shakespeare.

Questa madre così inetta e debole ci fa quasi rabbia, perché non si muove?

youtopia

L’ansia, gli attacchi d’ansia di cui siamo testimoni ci fa capire di cosa si nutra e quali siano i sintomi di questo disturbo insidioso.

Ma la giovane Matilde è di tutt’altra pasta, l’ansia la supera con l’ambizione allo studio, con l’intelligenza emotiva, e forse con un po’ d’incoscienza data della giovane età.

Lei tiene le redini di questa situazione in famiglia. Non si sa cosa venga prima né dopo la vicenda della casa, di questi tentativi di recuperarla. Si vede solo uno spaccato di realtà in uno spaccato d’Italia. Tre donne povere ma forti, dei ricchi perversi. Quello della pornografia e del virtuale che in questi ultimi anni è un argomento che ha scaldato molte tastiere, al centro di molta cronaca.

Non è molto evidente, ma c’è nel lungometraggio un cambio di formato del video tra realtà e realtà virtuale, che diventa il formato anche delle ultime scene, con un significato preciso legato al finale.

La cultura è il filo rosso del film: La traviata, Italo Calvino, Monet. Dappertutto è disseminata arte, arte salvifica, arte specchio del mondo di sempre.

youtopia

Matilda è la nostra nuova stella italiana, nata musicista e cantante, la giovane bolognese è sembra nata per il cinema. In Youtopia, i suoi primi piani sono frequenti e bucano lo schermo.

Carboni la sceglie nel 2016 per Youtopia, lo stesso anno in cui il suo talento viene riconosciuto da premi e nomine, mentre sta facendosi conoscere con la serie Tutto può succedere, basato su Parenthood.

Cenerentola cos’è, se non il simbolo del nostro sogno recondito di ciò che vorremmo essere o avere?

 

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