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Sette piani, ventiquattro appartamenti, locali commerciali, box auto: è uno stabile realizzato circa trent’anni fa in via Indipendenza, a Casoria, sul quale pende ora un’ordinanza di abbattimento. Paradossale ma vero: molti hanno ricevuto nel tempo anche licenze in sanatoria dal Comune. «Siamo stati completamente ignari di tutto quello che c’era dietro queste case: abbiamo acquistato dopo regolari atti notarili e anche con mutui e adesso scopriamo che quell’abitazione che abbiamo comprato con grandi sacrifici e al costo di tante rinunce potrebbe andare a terra da un momento all’altro e trascinarsi dietro tutti i nostri sogni e le aspettative di una vita», accusano i proprietari.

Il problema nasce per alcune inadempienze da parte del costruttore che hanno determinato con il trascorrere degli anni il provvedimento della magistratura. «Ci sono cento persone, intanto, con il fiato sospeso: bambini, anziani e diversamente abili che si troveranno all’improvviso senza un tetto. Chiediamo solidarietà e aiuto: i politici devono prendere a cuore la nostra situazione e impedire questa grande ingiustizia. Come mai banche, notai e gli stessi dirigenti comunali, che hanno autorizzato alcuni cambi di destinazione d’uso, non si sono mai accorti di quello che c’era dietro? È veramente tutto molto strano», continua una donna che vive nel palazzo e che ha postato un video-denuncia sui social.

Una situazione, quella dell’edificio di via Indipendenza, che non sarà facile da gestire, anche perché a Casoria non è il primo caso e purtroppo non sarà l’ultimo. In quel quartiere sono tante le abitazioni sorte senza licenze sotto la spinta dell’abusivismo edilizio che negli anni Settanta e Ottanta ha devastato quell’area al confine con Frattamaggiore, Cardito e Afragola, a ridosso della statale Sannitica. Secondo gli attuali occupanti, molte case negli anni avrebbero registrato anche diversi passaggi di proprietà senza che fosse mai emerso lo stato di illegalità. «Quando è trapelata la notizia abbiamo cercato conferma al Comune dove ci hanno risposto che le carte sono in mano ai magistrati: è stato il campanello d’allarme che ci ha messo al cospetto di una realtà cruda e amara», conclude un residente.

La gente minaccia di scendere in piazza, c’è chi si sta organizzando per chiedere la partecipazione anche di altri residenti della zona per rendere più eclatante un’eventuale protesta. Anche se una risoluzione del caso dipenderà solo dalla decisione dei magistrati dopo l’esame anche della documentazione che saranno in grado di produrre eventualmente gli avvocati. Molti nel quartiere di via Indipendenza sono riusciti a rientrare nei vari condoni edilizi voluti dai governi che si sono alternati alla guida del Paese. Ma tanti sono rimasti fuori, a Casoria come altrove. Su tante realtà abitative pendono giudizi che potrebbero determinare svariati abbattimenti nei prossimi mesi. Una situazione certamente non piacevole per gli amministratori comunali che si troveranno a gestire un’emergenza ulteriore oltre tutti i mille problemi quotidiani che arrivano da questi territori.

Le occupazioni illegali

Il tema della casa a Casoria investe anche le occupazioni abusive di alloggi popolari: nelle prossime settimane sono attese diverse disposizioni di sgombero che interesseranno anche alcuni alloggi nell’area della ex 219 di Arpino. Una vicenda, quest’ultima, che si è protratta per la carenza di funzionari e dirigenti presso il Palazzo comunale: ma negli ultimi tempi l’amministrazione sembra riuscita a colmare le esigenze più impellenti con l’assunzione, tramite concorso, di alcune figure apicali.

Il Comune probabilmente potrà fare poco per aiutare gli abitanti dello stabile di via Indipendenza, che dopo trent’anni rischiano di trovarsi fuori dalle loro case. Dice il sindaco Raffaele Bene: «Faremo quello che è possibile e nei limiti delle facoltà a noi concesse: certo è una situazione complicata assai e per certi versi veramente paradossale che si trascina da anni e sulla quale è pure mobilitato l’ufficio tecnico comunale». Gli attuali proprietari hanno chiesto all’amministrazione di convocare un consiglio comunale ad hoc ma l’ordinanza di abbattimento intanto va avanti: la polizia di stato di Afragola sta già provvedendo al censimento per la notifica dei provvedimenti di sgombero ai residenti.

 

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