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Lo stop al rialzo dei tassi da parte della Banca centrale europea è una boccata d’ossigeno per le categorie che maggiormente hanno faticato negli ultimi tempi ad accedere al mutuo. In primis i giovani, numericamente i più interessati a coronare il sogno di una casa di proprietà, ma spesso frenati dalla mancanza di liquidità e dalla fragilità delle garanzie messe sul piatto.

La nuova fase si annuncia, dunque, meno carica di tensione e questo potrebbe spingere le compravendite, complice la maggiore dimestichezza proprio delle giovani generazioni con internet, dove ci sono comparatori come MutuiOnline.it che consentono di cercare il finanziamento più adatto alle proprie esigenze.

Revisione dei bonus

Ancora un cambio di rotta nell’ambito dei bonus legati alla casa. A partire dal primo gennaio prossimo, la legislazione di favore prevista per gli under 36 non includerà più l’applicazione delle esenzioni fiscali relative alle compravendite. Dunque, tornerà l’obbligo di versare: l’imposta di registro; l’imposta ipotecaria; l’imposta catastale; l’imposta sostituiva e non si avrà più diritto al credito di imposta sull’Iva (in caso di immobile acquistato da costruttore). Vengono invece prorogate le garanzie sui mutui per l’acquisto a patto che riguardino la casa di abitazione e che la richiesta arrivi da persone con meno di 36 anni e un Isee inferiore ai 40 mila euro. L’agevolazione consiste nella garanzia pubblica fino all’80% del finanziamento (per un massimale di 250 mila euro), con l’obiettivo di spingere le banche a concedere mutui fino al 100% del valore dell’immobile, grazie alla possibilità di prendersi il rischio solo per il restante 20%. La stretta normativa rischia di penalizzare ulteriormente i giovani, dopo che già gli ultimi mesi sono stati molto difficili. Infatti, secondo l’ufficio statistiche di Consap, le garanzie pubbliche all’80% ammesse da gennaio a settembre sono calate di circa il 37% rispetto al medesimo periodo del 2022.

L’evoluzione dei tassi in Italia

A voler vedere il bicchiere mezzo pieno, c’è da salutare positivamente lo stop alla stretta monetaria deciso dalla Bce, che potrebbe aprire le porte – tra un paio di trimestri o poco più – al primo taglio dei tassi. I segnali di normalizzazione per ora si limitano a questi, considerato che continua a sussistere l’anomalia di un Euribor (parametro di riferimento per i mutui a tasso variabile) più caro dell’Irs (benchmark del fisso).

Secondo l’ultimo Osservatorio mensile di MutuiOnline.it, a ottobre entrambi hanno continuato a salire, con il primo arrivato a sfiorare il 4% nella scadenza a tre mesi e il secondo sotto il 3,50% nella scadenza decennale. La conseguenza è che i mutui fissi presenti sulla piattaforma hanno segnato lo scorso mese un tasso medio del 4,14%, con un minimo del 3,50%, mentre i variabili si sono attestati rispettivamente al 5,13% e al 4,64%. Di conseguenza, le richieste di mutuo a tasso fisso restano su livelli elevatissimi (92,8%), con il variabile limitato a un modesto 5,6%.

Perdono quota le surroghe

Quanto alle finalità del mutuo, le surroghe e sostituzioni calano di otto punti percentuali rispetto al terzo trimestre, fermandosi al 23,2%, una tendenza che trova spiegazione nel fatto che si va ormai esaurendo la platea di quanti hanno convenienza a cambiare contratto di finanziamento. Chi poteva risparmiare quote consistenti, nella maggior parte dei casi lo ha già fatto. In parallelo cresce l’incidenza del finanziamento richiesto per comprare la prima casa, che arriva al 64,7% del totale.

Non si registrano, invece, novità in merito alla durata, che da tempo resta inchiodata a una media di 24 anni. Infine, continua a scendere l’importo medio richiesto: a ottobre si attesta a 128.767 euro, circa mille euro in meno rispetto al terzo trimestre, ben distante dagli oltre 141 mila euro di media registrati nel primo trimestre del 2022. Da allora il prezzo delle case non è sceso, ma è peggiorata la situazione delle finanze familiari, il che ha suggerito una maggiore prudenza nell’indebitamento. È il segnale di un mercato capace di autoregolarsi, in modo da evitare di fare il passo più lungo della gamba. Del resto, le rilevazioni sui crediti deteriorati continuano a confermare la bassa incidenza relativamente ai mutui legati all’acquisto della casa.

 

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