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Non controllare attentamente il modello 730 precompilato potrebbe portare a perdere molti soldi. Nel modello, infatti, potrebbero essere presenti degli errori che vanno a influire sul conguaglio Irpef, portando il contribuente a perdere parte delle somme spettanti.

Quanti soldi si perdono per colpa degli errori nel modello 730/2024? La corretta compilazione della dichiarazione dei redditi è fondamentale per non rimanere senza rimborsi Irpef.

Compilare correttamente ogni campo della dichiarazione dei redditi è importantissimo per non perdere il rimborso Irpef e proprio per questo si devono controllare i dati che inseriti nella precompilata messa a disposizione dell’Agenzia delle Entrate. Solo in questo modo si potrà essere certi di ottenere i soldi spettanti in base alle regole delle detrazioni fiscali.

Ricordiamo che la scadenza entro cui inviare il proprio modello 730 all’Agenzia delle Entrate è il 30 settembre, ma bisogna tener presente che prima viene trasmessa la dichiarazione e prima vengono accreditati gli eventuali rimborsi.

Quando si perdono soldi con la dichiarazione dei redditi

Controllare attentamente i dati precaricati dall’Agenzia delle Entrate nella propria dichiarazione dei redditi è un passaggio obbligato: in caso di errori, infatti, la modifica è obbligatoria.

Se da un lato i contribuenti che accettano senza modifiche il proprio 730 precompilato non incorrono nei controlli documentali dell’Agenzia delle Entrate, dall’altro lato lasciare la dichiarazione così com’è potrebbe tradursi nella perdita dei rimborsi spettanti dalle detrazioni fiscali.

L’obbligo di tracciabilità dei pagamenti condiziona da diversi anni la possibilità di fruire delle detrazioni, pari al 19%.

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730: quanti soldi perdi per errori sulle detrazioni spese sanitarie

Come abbiamo anticipato, le spese sanitarie fanno eccezione rispetto all’obbligo di tracciabilità dei pagamenti, visto che si possono usare i contanti per le spese sostenute presso il Servizio Sanitario Nazionale e anche presso strutture private accreditate, mentre le spese sostenute per visite mediche o presso strutture sanitarie private vanno pagate con mezzi tracciabili.

Per quanto riguarda le spese sanitarie (e anche quelle veterinarie), la detrazione del 19% spetta solo se i costi sostenuti superano l’importo della franchigia di 129,11 euro.

Sotto tale importo non è riconosciuta alcuna detrazione nel 730, quindi chi ha speso meno non può aspettarsi nessun rimborso Irpef.

Chi invece nel 2023 ha speso, per esempio, 600 euro di spese mediche (quindi superando la franchigia di 129,11 euro), deve calcolare la propria detrazione del 19% su 470,89 euro (600-129,11) ed è pari a 89,46 euro: ecco a quanto ammonta la perdita di rimborso Irpef in questo caso.

Discorso diverso per le spese veterinarie, per le quali si può usufruire della detrazione del 19% solo per le spese superiori alla soglia della franchigia ma senza che eccedano il limite di 500 euro.

La detrazione quindi si deve calcolare su 370,89 euro: facendo i calcoli, il bonus del 19% ammonta a 70,47 euro.

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Quanti soldi perdi per errori sulle altre detrazioni sul modello 730

Sono molte le detrazioni del 19% spettanti al contribuente: per esempio, si può ottenere il rimborso Irpef anche su quanto speso per l’abbonamento ai mezzi pubblici, anche se la soglia massima di spesa è 250 euro, quindi facendo i calcoli il bonus spettante è solo di 47, 50 euro.

Per quanto riguarda le spese funebri, sono detraibili per un importo non superiore a 1.550 euro, con riferimento a ciascun decesso, quindi il rimborso massimo spettante è di 294,50 euro.

Il limite per le spese scolastiche, invece, è 800 euro: il rimborso spettante quindi è di 152 euro.

Anche se prese singolarmente le detrazioni non sembrano ammontare a molto, sommate tra di loro, come si vede da questi tre esempi pratici, il rimborso spettante può essere cospicuo (nel nostro caso, è pari a 494 euro).

È fondamentale insomma verificare con cura i dati della precompilata, perché da questi dipende il risultato della dichiarazione (a credito, quindi con dei rimborsi, o a debito, quando è il contribuente a dovere dei soldi al Fisco).

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Attenzione ai giorni di lavoro

Un dato che va controllato con molta cura è quello relativo al numero di giorni di lavoro/pensione. Si tratta di un dato che all’apparenza potrebbe sembrare trascurabile, ma determina l’importo delle detrazioni da lavoro/pensione spettanti. In assenza di esso le detrazioni in questione non vengono proprio inserite (e in alcuni casi di tratta di una detrazione abbastanza corposo che può arrivare a superare anche i 2.000 euro).

Il numero di giorni lavorati (o il numero di giorni per i quali si è percepita pensione) nel 2023 vanno inseriti nel quadro C, al rigo 5.

Val la pena controllare se il dato è presente e se è giusto soprattutto da parte di chi ha avuto cambi di lavoro, doppio sostituto di imposta o situazioni lavorative particolari (anche per chi è andato in pensione nel 2023 il dato potrebbe essere assente) lo scorso anno.

 

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