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Presunte violenze e maltrattamenti al ‘Don Uva’ di Foggia (qui i dettagli dell’inchiesta), la procura di Foggia dispone la terza proroga delle indagini preliminari.

La richiesta, firmata dal pm titolare del fascicolo, garantisce un periodo di ulteriori 6 mesi – fino a gennaio 2025 – per mettere a fuoco la vicenda, stante “l’esigenza di svolgere ulteriori attività di ricerca degli elementi di prova in grado.di comprovare la fondatezza delle ipotesi di reato finora formulate” e la difficoltà delle “investigazioni particolarmente complesse per la moteplicità dei fatti fra loro collegati”.

Tale proroga non è stata accolta positivamente dalla difesa di una delle indagate, rappresentata dall’avvocato Michele Sodrio: “Nei giorni scorsi la mia cliente ha ricevuto una terza richiesta di proroga senza alcuna motivazione sostanziale, come già avevo fatto rilevare rispetto alla seconda richiesta, dato che la prima in realtà non ci è mai stata notificata”, spiega il legale.

“Non si possono chiedere proroghe di indagini di sei mesi in sei mesi con un semplice modulo prestampato e ancora una volta mi sono opposto, anche se è molto improbabile che il gip accolga l’opposizione dell’indagata. La mia cliente, educatrice 31enne, laureata e stimata da tutti, parenti dei ricoverati in primis, ha avuto la propria vita sconvolta da questa vicenda, anche perchè fu colpita da misura cautelare interdittiva ed ha persino perso il posto di lavoro, perchè licenziata (licenziamento comunque impugnato davanti al tribunale)”.

“Non è possibile che in un paese civile prima si sconvolgano le vite delle persone e poi si fanno anni di indagini, perchè questo dimostra che la Procura non aveva elementi sufficienti per sostenere una qualsivoglia accusa (altrimenti perchè arrivare a ben tre proroghe?).Non chiediamo altro che di andare a processo, ma questo elementare diritto ci viene negato, a noi come a tanti altri cittadini, pur essendo stata la mia cliente colpita da misura cautelare l’ormai lontano 24 gennaio 2023, con tutta la gogna mediatica che ne è seguita, soprattutto sui social. Chiediamo solo il processo!”, conclude il legale.

LA VICENDA | L’operazione ‘New Life’ dei carabinieri del Comando provinciale di Foggia e del Gruppo Tutela della Salute di Napoli, coordinata e diretta dalla Procura di Foggia, ha permesso di raccogliere gravi indizi di colpevolezza a carico di 30 dipendenti della struttura accusati, a vario titolo e per differenti profili di responsabilità, dei reati di maltrattamenti aggravati, sequestro di persona, violenza sessuale e favoreggiamento personale. Si tratta di otto infermieri, sedici operatori socio-sanitari e due educatrici professionali dipendenti di Universo Salute, tre operatori sanitari assunti tramite agenzia interinale e un addetto alle pulizia della ditta appaltatrice del servizio. Di queste, sette persone sono state trasferite in carcere, per otto di loro è scattata la misura dei domiciliari. Applicati tredici divieti di dimora con contestuale divieto di avvicinamento alle persone offese e due diveti di dimora. Il colonnello Miulli: Michele Miulli. “I fatti contestati sono ancora più gravi perché compiuti da chi aveva l’obbligo di prendersi cura delle vittime” (continua a leggere)

 

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