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Chi ha stipulato un mutuo a tasso variabile e ha pagato le relative rate nel periodo compreso tra il 2015 e il 2022, a prescindere dal fatto che il prestito sia estinto o meno, può richiedere il rimborso degli interessi versati in caso di applicazione della cosiddetta clausola floor nel contratto.

Si tratta di una clausola che anche la Corte di Appello di Milano, proprio di recente, ha giudicato vessatoria, perché ha impedito agli interessi del mutuo negli anni in cui i tassi di mercato erano negativi di scendere sotto una certa soglia. Per questo, ora, a chi ha stipulato dei contratti a queste condizioni, spetta il relativo rimborso.

Ma vediamo nel dettaglio come funziona.

Mutui variabili: a chi spetta il rimborso degli interessi pagati

Chi ha sottoscritto mutui variabili con la speciale clausola detta “floor”, che riconosceva delle condizioni contrattuali che impedivano agli interessi di scendere sotto una certa soglia (e quindi di avvantaggiarsi degli interessi di mercato negativi), può richiedere il rimborso degli interessi pagati sulle rate del mutuo relative al periodo 2015-2022.

Questo perché, come ribadito dalla Corte di Appello di Milano già a marzo 2023, si tratta di una clausola vessatoria.

Con il termine floor (letteralmente “pavimento”) si intende una soglia minima, al di sotto della quale il tasso di interesse del mutuo variabile non può scendere. Sulla carta può sembrare interessante ma, in realtà, quando i tassi di mercato scendono o, addirittura, diventano negativi, il floor finisce per essere vantaggioso esclusivamente per la banca. Sul tema si è già espressa anche Banca d’Italia, che ha richiamato gli operatori per aver applicato un floor ai propri clienti, senza però che questo venisse comunicato nei contratti.

Anche in caso di espressa comunicazione ai clienti della presenza della clausola, tuttavia, la presenza del tasso floor rappresenterebbe comunque vessatoria per i clienti.

Per cui, chi ha sottoscritto tali contratti deve essere rimborsato, poiché ha pagato rate più alte di quelle dovute dal 2015 in avanti. Nello specifico, come spiega Altroconsumo (che dal 2016 porta avanti la causa), i consumatori coinvolti, a prescindere che fossero consapevoli o meno della presenza di questa clausola nel contratto di mutuo, “non hanno potuto beneficiare dell’Euribor negativo”. Si tratta di un rimborso definito “decisamente interessante” poiché “per un mutuo che nel giugno 2015 aveva un residuo di 100.000 euro e una durata residua di 120 rate, il rimborso sarebbe di ben 1.508 euro”.

Come richiedere il rimborso degli interessi pagati per un mutuo variabile

È sempre Altroconsumo, sul suo sito, a fornire una breve guida su cosa fare in questi casi per ottenere il rimborso degli interessi pagati. Considerando che la clausola floor era già presente in contratti di mutuo del 2015, per bloccare la prescrizione occorre inviare reclamo alla banca che ha erogato il mutuo, chiedendo appunto il rimborso dei maggiori interessi pagati.

In questo modo si bloccano i termini di prescrizione. Dopo di che bisognerà citare in giudizio la banca.

Le banche coinvolte

Altroconsumo, oltre ai mutui delle banche sui quali si è già pronunciata anche la Corte di appello di Milano (Banco Bpm e Deutsche Bank), ha individuato mutui variabili con floor in ognuna di queste banche:

  • Banca Mediolanum;
  • Banca Popolare di Bari;
  • Banca Popolare di Puglia e Basilicata;
  • Banca Popolare Pugliese;
  • Banca Popolare di Sondrio;
  • Banca Sella, Webank;
  • Banco di Sardegna;
  • Bancoposta;
  • Credem; Fineco;
  • HelloBank;
  • BPER;
  • Cassa Padana;
  • Credit Agricole;
  • Extrabanca;
  • Ing, Intesa San Paolo;
  • Monte dei Paschi di Siena;
  • Sparkasse;
  • Unicredit;
  • Volksbank;
  • Widiba.

Chiunque abbia richiesto mutui o prestiti a questi Istituti di credito, anche nei casi in cui il mutuo sia stato già estinto, potrebbe aver diritto al rimborso.

Il consiglio è quello di verificare le condizioni del prestito per cui in caso si dovrebbe procedere, dopo di che potrebbe essere utile, in questo percorso, farsi assistere da esperti legali o da associazioni e organizzazioni specializzate nella tutela dei consumatori.

 

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