“Da un semplice controllo all’anagrafe delle imprese, la società SES Spa di Messina, che fa capo alla Fondazione Bonino Pulejo, editrice della Gazzetta del Sud e proprietaria del Giornale di Sicilia di Palermo, risulta beneficiaria già dal 2019 di un importo di circa quattro milioni di euro l’anno di contributi all’editoria, nonostante sia partecipata con una quota rilevante del 33,53 per cento dalla Italmobiliare Spa di Bergamo, società con cento milioni di capitale sociale, quotata in Borsa, al segmento FTSE Italia Mid Cap, già dal 1980”.
E’ quanto scrive la deputata nazionale del M5Stelle Stefania Ascari in una interrogazione presentata due giorni fa al ministro della cultura e alla presidenza del consiglio dei ministri.
Ascari chiede al governo di sapere se ritiene opportuno “svolgere i controlli di competenza sulla circostanza segnalata ed eventualmente adottare iniziative volte a provvedere al pronto recupero delle somme indebitamente erogate in violazione di legge dal 2019 al gruppo citato in premessa, che non risulterebbe avere i requisiti previsti dalle norme che regolano il settore”.
Editoria, le dichiarazioni della Ascari contestate dalla Ses: “La società ha diritto, a pieno titolo, a ricevere i contributi”
L’interrogazione fa riferimento all decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 10 agosto 2023 sulle ripartizioni delle risorse del fondo straordinario per gli interventi di sostegno all’editoria per l’anno 2023, che ha previsto una dotazione di 140 milioni di euro. La materia è regolata dall’articolo 2 del decreto legislativo n. 70 del 15 maggio 2017, che ha rivisto alcuni parametri della legge n. 250 del 1990, che regola l’assegnazione dei contributi all’editoria alle testate il cui capitale di maggioranza sia in capo ad associazioni, fondazioni, e/o cooperative senza fini di lucro. L’articolo 3 del citato decreto legislativo, come riporta testualmente il sito del Dipartimento dell’editoria presso la Presidenza del Consiglio dei ministri, dispone che “non possono accedere ai contributi le imprese editrici di quotidiani e periodici facenti capo a gruppi editoriali quotati, o partecipati da società quotate in mercati regolamentari”.
Si attende ora la risposta del governo nazionale e nella fattispecie della presidenza del consiglio. Anche perché se venisse riscontrata l’anomalia segnalata nell’interrogazione la Ses potrebbe essere costretta a restituire in tutto o in parte i contributi percepiti.
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