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Roma — L’annuncio del leader della Lega Matteo Salvini di un pacchetto di norme per sanare gli abusi interni alle abitazioni degli italiani ha irrigidito, e non poco, la premier Giorgia Meloni e il suo partito. «Annunciare condoni e sanatorie in campagna elettorale senza prima parlarne con gli alleati non è corretto», sussurra un esponente di peso di FdI. Ma l’argomento è troppo popolare nel Paese degli abusivi: a oggi sono ancora 4,2 milioni le domande di sanatorie pendenti. Parliamo di un bacino “elettorale” che vale milioni e milioni di voti.

Un bacino che la destra accarezza da sempre, e proprio con Fratelli d’Italia in prima linea spesso: come nel Lazio o in Sicilia dove sono in discussione su proposta dei meloniani norme che sanerebbero anche le case del tutto abusive e sulla costa, altro che piccoli abusi. Così la linea di Palazzo Chigi è quella di apertura al “confronto” con Salvini su questo tema: «Come è fatale che sia, in assenza di un testo su cui discutere, subito si sono levate le voci del partito del no che paventano un condono — dice il capogruppo di Fdi alla Camera Tommaso Foti — se l’idea di Salvini è quella di sanare leggere difformità edilizie ed eliminare alcuni surplus di burocrazia, siamo pronti a discuterne e con profitto. Ma prima bisogna conoscere il testo». Sulla stessa lunghezza d’onda pure l’altra ala di governo, Forza Italia, anche se il segretario Antonio Tajani avverte: «Mai un condono». «È già incardinata al Senato una proposta di Fi sulla rigenerazione urbana, che già prevede le cose di cui ha parlato Salvini — dice Tajani — nessuno ha visto il testo e io non sono in grado di dare un giudizio, comunque se va nella direzione della proposta di Forza Italia bene, si può incardinare».

Il bastone e la carota: il bastone sulla fuga in avanti di Salvini, la carota nei confronti di chi ha abusi edilizi o sanatorie in corso. Perché il centrodestra da sempre accarezza questo bacino: basti pensare ai condoni dei governi Berlusconi nel 1994 e nel 2003. Ma lo fa soprattutto recentemente l’asse Lega-FdI.

Secondo l’ultimo studio del centro Sogeea in Italia tra il 1985 e il 2004 sono state presentate oltre 15 milioni di domande di condono e circa 4,2 milioni sono ancora pendenti. I Comuni possono così ancora incassare 19 miliardi. Solo nel Lazio le domande sono state 1,6 milioni. E proprio nel Lazio FdI in primis ha presentato una proposta di condono anche nelle zone vincolate. L’iniziativa è della consigliera regionale Laura Corrotti e punta a rimuovere i paletti sulle sanatorie messi nel 2004 dalla giunta sempre di destra di Francesco Storace. L’allora governatore, quando varò la norma con cui dare attuazione alla sanatoria disposta l’anno prima a livello nazionale, decise che non sarebbero stati regolarizzati gli immobili ricadenti in zone vincolate anche se il vincolo era stato apposto successivamente alla legge sul condono. Un freno che l’esponente di FdI intende togliere e già lunedì prossimo inizierà la discussione in commissione regionale urbanistica. La norma dovrebbe consentire di sanare nel Lazio circa 63 mila abusi, facendo incassare ai Comuni circa 3,6 miliardi di euro. «Il mio — sostiene la consigliera Corrotti — è un tentativo per porre rimedio a una lampante ingiustizia». «Lavoreremo di concerto per consentire in tempi celeri la definitiva approvazione ed entrata in vigore della modifica», ha fatto eco l’assessore regionale all’urbanistica Pasquale Ciacciarelli, della Lega. Ma sempre nel Lazio è stata anche presentata una proposta di legge dai consiglieri regionali Laura Cartaginese, della Lega, Micol Grasselli, di Fratelli d’Italia, e Nazzareno Neri, di Noi moderati, per trasformare cantine e garage in abitazioni e negozi.

Un po’ come è stato già fatto nel Veneto governato dalla Lega con la sanatoria sui sottotetti, nella Liguria guidata da Giovanni Toti e dal centrodestra con le cantine e i magazzini diventati abitabili e, ancora, in Sardegna, governo sempre di centrodestra, con i seminterrati trasformati in case.

In Sicilia la destra punta a sanare anche 250 mila abitazioni sulla costa: a proporre la norma il deputato FdI Giorgio Assenza per rispondere a una «ingiustizia» che riguarda una precisa tipologia di immobili, finiti in un groviglio di norme e sentenze. Il bacino degli abusivi vale tanti voti, tantissimi.

 

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