Il Fisco dice sì al taglio del debito tributario della Sampdoria e consente il salvataggio finanziario del club. I debiti erano pari a circa 50 milioni ed erano dovuti al mancato pagamento di imposte e tasse da parte della precedente gestione. Grazie all’istituto della cosiddetta «transazione fiscale» disciplinata dal Codice della crisi e dell’insolvenza, la società è arrivata ad un accordo con l’Agenzia delle entrate (Ade). La società ha concordato una falcidia del 65% dei debiti (ridotti quindi da cinquanta a circa diciassette milioni di euro), prevedendo il pagamento del residuo importo di 17 milioni in dieci anni.
L’operazione
La proposta di transazione fiscale è stata elaborata e curata dal team di fiscalità della crisi d’impresa di PwC TLS guidato da Giulio Andreani. L’approvazione dell’Agenzia delle Entrate è arrivata, dopo complesse trattative e articolate verifiche della direzione provinciale di Genova, che fa capo a Michele Mollero, e della direzione regionale della Liguria, diretta da Luisa Giordano.
I precedenti
Si tratta del primo caso, dopo quello famoso del “salva Lazio” che aveva portato all’introduzione dell’istituto della transazione fiscale che prevede l’adesione da parte del fisco ad una proposta transattiva. Il precedente della Reggina 1994 era stato, infatti, avversato e impugnato dall’Ade perché la percentuale era troppo bassa. Le ragioni dell’accettazione della proposta di Sampdoria sono le medesime di Reggina Cacio ma la somma versata è di 30 punti percentuale superiore al 5% offerto dalla squadra dello stretto.
I prossimi step
La peculiarità del caso di Sampdoria è che la transazione fiscale è stata raggiunta a tempi record nell’ambito della Composizione negoziata della crisi che aveva richiesto il collegio sindacale della società. La Sampdoria in attesa della firma dell’accordo ha versato una prima rata per coprire le imposte dovute in modo da essere in regola con i pagamenti per l’iscrizione al campionato di serie B.
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