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  • La “pace fiscale” fa riferimento ad un meccanismo che consente ai contribuenti di regolarizzare la propria posizione con il Fisco, pagando le imposte dovute, ma senza le sanzioni e gli interessi.
  • Tra le misure previste nella pace fiscale c’è anche lo stralcio dei debiti, previsto gli scorsi anni dal “Decreto Sostegni” (Dl n. 41/2021), e confermato anche dal nuovo governo per piccoli importi.
  • Lo stralcio delle cartelle esattoriali è stato messo a disposizione precedentemente ai contribuenti che nel 2019 avevano un reddito non superiore a 30.000 euro, sia per persone fisiche che per persone giuridiche. Per il 2023 il nuovo governo ha introdotto uno stralcio similare, ma con altri requisiti.

Negli ultimi anni si è parlato spesso di pace fiscale e rottamazione delle cartelle esattoriali. Infatti, questo provvedimento è stato introdotto con l’obiettivo di ripulire il bilancio dello Stato da un credito di oltre mille miliardi non riscossi dall’Agenzia delle Entrate, negli scorsi anni, ed è stato riconfermato per il 2023 con specifiche misure dal nuovo governo.

Considerata la difficoltà da parte dello Stato di recuperare diverse somme, con il decreto legge n. 119 del 2018 è stata introdotta la pace fiscale. Si tratta di un insieme di misure che permettono ai debitori di pagare le imposte dovute senza interessi e sanzioni, oltre alla cancellazione di cartelle esattoriali inferiori ad un dato importo.

Ma come funziona la pace fiscale attualmente e quali sono le regole per l’accesso alla sanatoria di cartelle e liti fiscali pendenti? In questa guida vedremo quali sono i requisiti, i limiti e le procedure da seguire per avere accesso alla “pace fiscale” e alla sanatoria delle cartelle.

Cos’è la pace fiscale

La pace fiscale è un insieme di provvedimenti, ovvero misure volte alla chiusura dei debiti e delle cartelle esattoriali cumulate dai cittadini, e prevede generalmente:

  • saldo e stralcio delle cartelle esattoriali con precisi criteri;
  • rottamazione delle cartelle;
  • definizione agevolata delle liti tributarie pendenti;
  • sanatoria delle irregolarità formali;
  • stralcio totale di cartelle con basso importo.

Istituita con il decreto legge n. 119 del 2018, la pace fiscale consente, quindi, la regolarizzazione delle pendenze tributarie con l’Agenzia delle Entrate Riscossione e delle multe, oltre agli accertamenti fiscali in corso o liti potenziali. Ogni governo poi interviene per specificare il funzionamento di queste agevolazioni.

Il governo Conte aveva varato la cosiddetta rottamazione ter a cui è stato integrato, con la legge di bilancio 2019, lo stralcio delle mini-cartelle fino a mille euro, la definizione agevolata delle liti tributarie pendenti e il saldo e stralcio delle cartelle per i contribuenti con ISEE fino a 20mila euro.

Dalla sua emanazione, la pace fiscale ha visto proroghe e modifiche, e oggi il governo Meloni prevede altrettante misure di definizione agevolata, con sconto su sanzioni e interessi, e stralcio delle cartelle di piccolo importo, ovvero quelle risalenti a periodi precedenti il 2015, con somme fino a 1.000 euro.

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Pace fiscale: la rottamazione delle cartelle

La pace fiscale consiste in pagamenti agevolato con la possibilità di effettuare una rottamazione delle cartelle esattoriali per estinguere i debiti, senza però dover versare le relative sanzioni e gli interessi. Possono rientrare nella rottamazione delle cartelle esattoriali i debiti relativi a:

  • tributi;
  • imposte;
  • IVA;
  • contributi previdenziali e assistenziali;
  • multe stradali.

Tra i debiti vi possono essere anche i tributi locali. Tuttavia, sono escluse dai debiti rottamati tutte quelle somme aggiuntive relative alle spese sostenute dall’Agente della Riscossione per avviare le procedure esecutive e i diritti di notifica.

Inoltre, non rientrano nella procedura alcune categorie di debiti con lo Stato. Si tratta dei seguenti debiti, contratti verso il fisco italiano:

  • debiti del recupero degli aiuti di Stato considerati illegittimi dall’Unione Europea;
  • crediti derivanti da condanne pronunciate dalla Corte dei conti;
  • multe, ammende e sanzioni pecuniarie dovute a seguito di provvedimenti e sentenze penali di condanna;
  • sanzioni diverse da quelle irrogate per violazioni tributarie o per violazione degli obblighi relativi ai contributi e ai premi dovuti agli enti previdenziali.

Uno dei vantaggi della rottamazione è la possibilità di rateizzare il pagamento del debito fino a cinque anni, con 18 rate secondo l’attuale governo.

Pace fiscale: il meccanismo di saldo e stralcio

Il meccanismo di saldo e stralcio gli scorsi anni ha permesso di sanare le pendenze fiscali e contributive pagando solamente una parte del debito che varia in base all’ISEE.

I debiti ammessi al saldo e stralcio riguardavano gli omessi versamenti dovuti in base alle dichiarazioni, oltre ai debiti che derivano da contributi previdenziali per le casse professionali o alle gestioni previdenziali INPS. Al contrario, non erano ammessi i tributi comunali, le multe o il bollo auto.

In più, potevano usufruire di tale agevolazione solamente le persone fisiche che si trovavano in una comprovata situazione di difficoltà economica. Di conseguenza, i requisiti per usufruire del Saldo e stralcio erano:

  • essere una persona fisica;
  • avere un ISEE inferiore a 20.000 euro;
  • alla data di presentazione della dichiarazione di adesione bisognava aver già presentato la procedura di liquidazione di cui all’art. 14-ter della legge del 27/1/2012, n. 3.

Per ciò che riguarda invece il saldo e stralcio previsto invece con il governo Meloni, si parla di un taglio alle cartelle esattoriali di basso importo, inferiore a 1.000 euro. Tuttavia questo meccanismo è soltanto parziale, perché le singole amministrazioni comunali possono scegliere di non aderirvi per motivi di bilancio.

Inoltre secondo il nuovo governo, sono incluse in alcune misure di definizione agevolata anche le multe stradali, oltre ai debiti contratti nei confronti del fisco, come le tasse non versate.

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Rateizzazione delle cartelle 2023

I nuovi termini previsti per il pagamento delle rate “Definizione agevolata” sono stabiliti dalla pace fiscale introdotta con il governo Meloni. La rateizzazione in questo caso può essere chiesta esclusivamente procedendo per via telematica, al portale dell’Agenzia delle Entrate-Riscossione, entro il 30 aprile 2023.

Chi sceglie la rateizzazione dei debiti dovrà rispettare le seguenti scadenze:

  • 31 luglio 2023: scadenza della prima rata, con pagamento del 10% delle somme dovute;
  • 30 novembre 2023: scadenza della seconda rata, con pagamento del 10% delle somme dovute;
  • 28 febbraio di ogni anno dal 2024;
  • 31 marzo di ogni anno dal 2024;
  • 31 luglio di ogni anno dal 2024;
  • 30 novembre di ogni anno dal 2024.

Per chi sceglie la rateizzazione inoltre, il beneficio decade per il mancato pagamento di una rata, o ritardo superiore a 5 giorni. Inoltre, viene applicato un interesse calcolato sul 2% delle somme.

Pace fiscale – Domande frequenti

Come funziona la pace fiscale?

Si tratta di una serie di misure volte a semplificare il pagamento dei debiti dei cittadini verso il fisco. Per usufruire della rottamazione e del saldo e stralcio bisogna rispettare i limiti imposti dal governo, e le modalità indicante all’interno della guida.

Cosa prevede la pace fiscale 2023?

Il governo Meloni ha introdotto alcune misure di pace fiscale come: definizione agevolata per multe e tasse non pagate, rateizzazione dei debiti, cancellazione delle cartelle di basso importo.

Quali sono i debiti ammessi alla Rottamazione del 2023?

I debiti che rientrano nella rottamazione-ter sono: le imposte non pagate, i contributi previdenziali e assistenziali, oltre alle multe stradali. Scopri di più qui.

 

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