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Ci sono semplificazioni anche per le PMI che chiedono prestiti fino a 800mila euro nella legge di conversione del dl Liquidità imprese. Il testo approvato dal Parlamento, oltre a inserire una serie di novità per i prestiti fino a 25mila euro (che diventano 30mila, con ammortamento allungato a dieci anni dai precedenti sei), prevede una serie di novità per tutti i finanziamenti con garanzia del Fondo Centrale PMI.

Vediamo nello specifico le modifiche relative ai prestiti per le imprese che fatturano fino a 3,2 milioni di euro.

Il riferimento legislativo è la lettera n dell’articolo 13 del decreto 23/2020, in base al quale in favore dei soggetti ricavi fino a 3,2 miliardi di euro, la cui attività d’impresa è stata danneggiata dall’emergenza Coronavirus, possono essere concessi prestiti con garanzia al 100%. Nel dettaglio, la garanzia del Fondo in questi casi è al 90%, ma può essere cumulata con un’ulteriore garanzia concessa da Confidi o altri soggetti abilitati, fino alla copertura del 100% del finanziamento concesso. ebbene, in base alla formulazione inserita nel decreto legge del Governo, questa garanzia (90+10) poteva essere rilasciata per prestiti di importo non superiore al 25% dei ricavi del soggetto beneficiario. La legge di conversione, invece, introduce una novità prevedendo che la garanzia possa essere concessa anche per un importo che può arrivare al doppio della spesa salariale annua del beneficiario (compresi gli oneri sociali e il costo del personale che lavora nel sito dell’impresa ma che figura formalmente nel libro paga dei subcontraenti) per il 2019 o per l’ultimo anno disponibile. Nel caso di imprese costituite a partire dal primo gennaio 2019, l’importo massimo del prestito non può superare i costi salariali annui previsti per i primi due anni di attività.

Attenzione: questo significa che cambia anche il tetto massimo dei prestiti concedibili alle imprese fino a 3,2 miliardi di euro di fatturato, nel senso che la somma può eventualmente superare gli 800mila euro. Questa tetto era determinato dal fatto che la regola precedente fissava l’asticella al 25% dei ricavi: il 25% di 3,2 miliardi è 800mila, e questo era di conseguenza l’importo massimo del finanziamento concedibile. Ora invece l’introduzione del criterio relativo al doppio della spesa salariale annua cambia le cose. Se, del tutto ipoteticamente, un’impresa che fattura 3,2 milioni ha avuto nel 2019 una spesa salariale pari a 500mila euro, potrà ottenere un finanziamento garantito al 100% (il 90% del Fondo di garanzia PMi e il 10% dai Confidi), fino a 1 milione di euro.

Ricordiamo che la medesima modifica relativa al criterio in base al quale fissare l’importo massimo del finanziamento è stata inserita anche per i prestiti fino a 25mila euro (che come detto salgono a 30mila euro). Anche in questo caso, il finanziamento massimo può essere pari alternativamente al 25% dei ricavi oppure al doppio della spesa salariale annua 2019. In parole semplici, è stato esteso questo criterio a tutti i prestiti coperti dal fondo di Garanzia PMI.

Ci sono poi altre modifiche. E’ previsto che Regioni, Comuni, enti locali, Camere di Commercio, anche per il tramite di Unioncamere, le amministrazioni di settore, anche unitamente alle associazioni e agli enti di riferimento, possano conferire risorse al Fondo ai fini della costituzione di sezioni speciali finalizzate a sostenere l’accesso al credito anche a favore delle reti d’impresa (la formulazione precedente prevedeva solo determinati settori economici o filiere d’impresa).

 

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